Roberto Ciangolani, il Ministro della Transizione Ecologica ha firmato un decreto ministeriale che definisce i criteri per accedere ad un Fondo finalizzato ad agevolare l’acquisto di infrastrutture di ricarica veicoli elettrici per imprese e professionisti.
In linea con l’obiettivo 11 dell’Agenda 2030, ovvero “rendere le città e gli insediamo umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili“, il Fondo si propone di incentivare, tramite lo sviluppo di infrastrutture interne alle aziende, la mobilità sostenibile.
L’assenza di infrastrutture sul territorio risulta spesso un limite all’acquisto di veicoli full-elettrici. Per questa ragione si stanno sviluppando numerosi fondi e finanziamenti per incentivare l’acquisto delle colonnine di ricarica, oltre all’acquisto dei veicoli.
Allocazione delle risorse e contributo
Il Fondo ha una dotazione iniziale di 90 milioni di euro.
Invitalia metterà a disposizione la piattaforma tramite la quale saranno presentate le domande.
Le risorse saranno così distribuite:
- 80% alle imprese per l’acquisto e l’installazione di stazioni di ricarica sotto i 375.000 €,
- 10% alle imprese per acquisti di valore superiore a 375.000 €,
- 10% ai professionisti.
Il contributo coprirà l’acquisto e la messa in opera dell’infrastruttura.
Potrà raggiungere fino al 40% delle spese ammissibili.
Saranno poi previsti dei limiti massimi di spesa a seconda della potenza erogata dalla colonnina.
Saranno ammissibili al contributo anche:
- i costi della connessione alla rete elettrica,
- le spese di progettazione,
- direzione lavori,
- sicurezza e collaudi.
La colonnina di ricarica veicoli elettrici, per essere agevolata, deve avere potenza nominale di almeno 7,4 kilowatt che garantiscono almeno 32 ampere per ogni singola fase.
Requisiti
Di seguito alcuni requisiti richiesti per accedere all’agevolazione.
Imprese e professionisti:
- non devono trovarsi in una situazione di difficoltà economica e devono essere in regola con gli adempimenti fiscali;
- non devono aver già usufruito di altri contributi pubblici per le stesse finalità.
Infine, l’infrastruttura deve rimanere attività almeno nei cinque anni successivi all’installazione.
Nelle prossime settimane seguirà un aggiornamento, con maggiori dettagli, per la presentazione della domanda al Fondo.