L’Italia cerca di rimanere al passo investendo sempre maggiori risorse nel settore della GREEN ENERGY.
La Cina e l’India stanno iniziando a puntare, come già molti altri paesi tra cui Gran Bretagna e Germania, nell’energia rinnovabile determinando l’entrata del carbone, fino a questo momento in costante crescita, in una fase di caduta libera.
Questa inversione di andamento è stata studiato in un Rapporto di Greenpeace, Sierra Club e Coalswarm. I dati mostrano che, tra gennaio 2016 e gennaio 2017 c’è stato un calo del 48% nella progettazione degli impianti a carbone.
Nel rapporto si parla di oltre 600 GW di progetti sospesi soprattutto in Cina ed in India.
Il cambiamento di rotta di questi due paesi determina la fine del boom asiatico nell’utilizzo del carbone sancendo, con buone probabilità, la nascita di una nuova era: il boom asiatico nell’utilizzo delle fonti rinnovabili per cercare di lottare contro l’inquinamento e il cambiamento climatico.
Anche il nostro paese sta investendo sempre maggiori risorse nel settore rinnovabile. Rispetto al 2015 si è osservata una crescita del 22% nelle nuove installazioni, soprattutto per quanto riguarda gli impianti di taglia media.
Fotovoltaico, eolico e le altre energie rinnovabili hanno coperto circa 1/3 dei consumi elettrici totali, per un totale di quasi 106 TWh (per fare un esempio è come se si fossero alimentate cinque regioni grandi come il Lazio).
Il report pubblicato dal GSE (Gestore dei Servizi Energetici) avvisa che, a partire dal 2017, è prevista una riduzione degli oneri, con un taglio di 12,6 miliardi di euro, soprattutto dovuta alla conclusione dell’iter di ritiro dei Certificati Verdi. È previsto un alleggerimento della bolletta elettrica italiana.
Nello stesso report sono stati confrontati i risultati del 2016 rispetto al 2015 osservando un contrazione della produzione di green energy di 3 TWh determinato principalmente da un calo nelle bioenergie. Anche nel settore termico è stato osservato un leggero calo calcolando i consumi finali di energia da fonti rinnovabili a 10.4 Mtep.
Il Presidente del GSE Francesco Smeraldini ha ribadito la volontà dell’istituto “di porsi come ponte per le nuove generazioni, in modo tale che queste possano godere anche in futuro di risorse dell’ambiente in quantità e qualità analoghe o superiori a quelle di cui noi oggi godiamo”